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martedì 14 giugno 2011

L'estate magra del '96



Io no. Non l'ho mai fatto. Giocare coi dadi dico.

Ho sempre guardato il mio amico. Lui li batteva tutti. Avversari su avversari. Ogni tanto anche qualche avversaria. L'ho so per sentito dire perché non voleva che li guardassi. Parlava di concentrazione. Imbarazzo. Vergogna. Salivano in camera sua e non scendevano prima di sera. Io rimanevo di sotto. In salotto. Guardavo la televisione. Puntavo sui documentari dove il parlato non era importante.

Il loro agonismo riempiva le stanze. Quando scendevano non si parlavano. Uno alla volta occupavano il bagno, chiudevano a chiave e lì si asciugavano. Quanto sudore nei loro vestiti.

Lei che i capelli li aveva tagliati aveva parrucche ogni giorno diverse. Oggi era verde. Ieri era viola, come il suo nome di battesimo prima di rimanere sola. Da non credere. Poi ci credetti.

Lui la scopava di brutto. Lei si faceva nel braccio. Loro giocavano a dadi solo in presenza di altre persone.

Come alla festa del pallido Jerico quando puntarono tutto sul due. Vinsero qualche cassetta di birra ed un adesivo dei Cannibal Corpse. Poi come sempre sparirono. E come sempre ansimarono. Io non li udì quella notte. Ma li ho ascoltati per ore, per giorni in quei giorni vissuti da soli.

Però non l'ho mai fatto. Sbirciare intendo. Ce l'ho la tentazione, mi manca la follia. Se poi se ne accorgessero? E se me lo chiedessero? Io comodo sul letto a compiacerli non ci sto. Magari a masturbarmi mentre giocano coi dadi. Non voglio che si pensi che son matto o senza senno o con problemi o senza sonno o che mi evitino perché lo sanno.

Lei fa la commessa. In un discount per sordomuti. Non ha mai fatto un corso. Nemmeno di sopravvivenza. Che un po' gli servirebbe. Anche se sembra cavarsela bene. La siringa. Però gli resta il buco. E il buco è fatto per essere riempito. Se no rimane un vuoto. E il vuoto è segno di disagio. Invece lei sta bene. Dice sempre che ha fame e non mangia mai niente. Solo qualche acido ma sempre di nascosto. E solo a fine mese che si svendono gli avanzi. Gli sbalzi invece li ha un po' tutti i giorni. Umori che s'intrecciano. Gambe che s'intrecciano. Tende che s'intrecciano. Calzini che si sfilano. Cadono ai piedi del letto insieme alle sue ginocchia.

L'estate magra del '96 non vide la pioggia bagnare le guance.

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